Il documento in allegato rappresenta un’approfondita indagine del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche di “Sapienza” Università di Roma e della Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP) condotta attraverso la somministrazione di questionari opportunamente redatti per analizzare le condizioni occupazionali e la soddisfazione dei professionisti della riabilitazione in Italia. Il rapporto fornisce informazioni dettagliate su questi aspetti per ciascuna delle professioni sanitarie prese in considerazione nell’indagine. 

L’intento del rapporto è quello di rendersi utile alla comprensione delle sfide e delle opportunità che i professionisti della riabilitazione affrontano nel nostro paese e per promuovere il miglioramento delle condizioni lavorative e della qualità degli interventi riabilitativi forniti ai pazienti.

Gli educatori professionali sanitari sono tra le otto professioni sanitarie della riabilitazione (Podologo, Fisioterapista, Logopedista, Terapista occupazionale, Ortottista, Terapista della neuro e psicomotricità della età evolutiva, Tecnico della riabilitazione psichiatrica e l’Educatore professionale) prese in considerazione nell’indagine. Soffermandoci sulla nostra professione, secondo il rapporto sulle professioni sanitarie della riabilitazione in Italia, gli educatori professionali sanitari rappresentano il 22,9% del campione totale dei rispondenti all’indagine.

Inoltre, il rapporto indica che la maggior parte degli operatori della riabilitazione lavora in strutture pubbliche (71,4%), mentre il restante 28,6% lavora in strutture private. Il rapporto evidenzia che il 6,1%  è sotto i 25 anni, che il 25% di essi ha un’età compresa tra i 35 e i 44 anni, mentre il 22,5% ha un’età compresa tra i 45 e i 54 anni e gli over 55 sono l’11,6%. Inoltre, la maggior parte dei rispondenti sono donne (79,1%) rispetto agli uomini (20,9%).

Per ciò che attiene gli aspetti propriamente legati alla realizzazione personale, il rapporto indica che in generale gli operatori della riabilitazione hanno un alto livello di soddisfazione lavorativa: il 70% dei rispondenti ha dichiarato di essere molto soddisfatto del proprio lavoro. Gli intervistati sembrano soddisfatti soprattutto rispetto alla relazione con i pazienti, alla stabilità e continuità dell’impiego e al raggiungimento dei propri obiettivi professionali. Tuttavia, la questione relativa alla retribuzione è uno dei fattori che spinge verso il basso i livelli di soddisfazione, infatti, il rapporto indica che il 53,5% dei professionisti della riabilitazione dichiara di percepire un reddito inferiore ai 2.000 euro netti mensili.

Ci sono altri fattori che contribuiscono alla soddisfazione lavorativa degli educatori professionali, come le possibilità di crescita professionale attraverso le attività proprie della professione come la valutazione delle esigenze dei pazienti, la pianificazione e l’implementazione di programmi di riabilitazione personalizzati, l’insegnamento delle abilità necessarie per migliorare la qualità della vita dei pazienti, il supporto emotivo ai pazienti e alle loro famiglie e la collaborazione con altri operatori sanitari per garantire un’assistenza integrata ai pazienti.

C’è da notare come emerge che gli educatori professionali sanitari svolgono un ruolo importante anche nella promozione della salute e nella prevenzione delle malattie, ad esempio, possono fornire informazioni sui comportamenti salutari ai pazienti e alle loro famiglie o organizzare programmi di educazione alla salute per la comunità.

Tuttavia, il rapporto evidenzia alcune sfide che noi educatori sanitari, in quanto professionisti, dobbiamo affrontare ed evidenziamo, tra le tante per non dilungarsi oltre, la necessità di migliorare la formazione e l’aggiornamento professionale e la necessità di una maggiore collaborazione con altri operatori sanitari.

L’obiettivo principale della survey, che ha interessato tutti i professionisti della riabilitazione iscritti agli Ordini TSRM e PSTRP di Italia, è di analizzare le condizioni di lavoro di questi operatori per avviare un dibattitto sulla necessità di valorizzarne e potenziarne il contributo non solo all’interno del SSN ma più in generale per il benessere collettivo.

Di seguito è possibile leggere per intero il rapporto sulla ricerca.