– Ottobre 2020 – 

L’emergenza COVID 19 e le Professioni Sanitarie. 

In questo difficile periodo, che vede il mondo e l’Italia combattere con il virus Sars-COV-2, la stanchezza e la fatica di chi lavora negli ospedali obbliga ad una riflessione: è possibile pensare ad un “utilizzo” più specifico delle professioni sanitarie diverse dall’infermiere  rispetto alla pandemia?   

Nel mese di marzo 2020, nella lettera aperta inviata alle ASL di Taranto e Bari,  avevamo già espresso la nostra disponibilità a svolgere funzioni che potessero essere di supporto al personale ospedaliero nell’emergenza della prima ondata. 

Ora che siamo in piena seconda ondata, la nota dell’OPI di Bolzano del 19 ottobre 2020 (L’Opi di Bolzano chiede ad operatori sanitari non …) comincia a parlare della possibilità che i tamponi siano eseguiti da operatori sanitari diversi dagli infermieri. Nell’articolo si parla di ostetriche, logopedisti, igienisti dentali, tecnici della prevenzione e tecnici di laboratorio che, dopo un corso teorico-pratico, potrebbero eseguire tamponi nasofaringei durante questa emergenza. 

Ma è plausibile pensare che, in un futuro non molto lontano, ad eseguire i tamponi possano essere chiamati anche gli Educatori Professionali? 

È la stessa federazione che apre a tale ipotesi per le 19 professioni afferenti al proprio ordine attraverso questa risposta: “… questa Federazione ritiene che l’atto esecutivo di effettuare il tampone naso-faringeo non prevede il possesso di particolari competenze esclusive, ovvero prescinde dalla specifica competenza di una professione sanitaria essendo atto ai fini diagnostici e non atto diagnostico in sé; in altri termini il cosiddetto tampone non può essere annoverato tra le specifiche competenze di una professione sanitaria, soprattutto in questo momento storico; naturalmente questa ampia investitura dovrà essere preceduta da un’adeguata formazione tecnica”.

Certamente se questa emergenza proseguirà molto a lungo oppure se andremo incontro ad una terza ondata (come addirittura si comincia ad ipotizzare) sarà necessario pensare ad una organizzazione che riesca a liberare medici e infermieri da alcuni carichi di lavoro, affinché possano maggiormente concentrarsi sul paziente. Tra questi carichi potrebbero esserci proprio i tamponi “che non essendo un atto medico, possono essere effettuati anche dal personale non medico”. ( Covid, i medici: “Liberateci dai tamponi” – adnkronos.com ) .

L’argomento sarà sicuramente ripreso e approfondito qualora questa grave emergenza che stiamo vivendo,  richieda che le aziende sanitarie possano e/o debbano, riorganizzare le risorse presenti nella loro pianta organica per fronteggiare la pandemia e tutto ciò che ne sta derivando.